VECCHIO SITO:
ACCESSO ALLA BIBLIOTECA DIGITALE MLOL

Il nostro Liceo offre a tutti gli studenti e a tutti i docenti in servizio la possibilità di avere le credenziali di accesso alla Biblioteca Virtuale della Piattaforma MLOL e di usufruire gratuitamente del prestito quindicinale di tutti gli -book in essa presenti.
Per accedere aprire la pagina dedicata al sguente link https://na-liceomedi.medialibrary.it/home/index.aspx e inserire le credenziali personali.
Per ulteriori informazioni in merito al servizio e per ricevere, aggiornare o rigenerare le credenziali è possibile rivolgersi alla referente della Biblioteca Digitale, prof. Elena Pina Scala
Cicciano, una mattinata di emozioni al Liceo “Enrico Medi” con Stefania Guarracino

Concorso regionale “26 marzo – Per uno sviluppo umano integrale”
Importante riconoscimento per il nostro Liceo, premiato all'Auditorium comunale di San Vitaliano nella cerimonia del concorso regionale “26 marzo – Per uno sviluppo umano integrale”, volto alla valorizzazione della memoria della Shoah. Il concorso, promosso dall'impegno dell’associazione Populorum Progressio ODV e alla sua terza edizione, ha coinvolto istituti provenienti da diverse province della Campania, con una giuria internazionale formata da storici, teologi, ricercatori e scrittori. A guidare gli studenti tra cortometraggi, saggi e racconti il prof. Antonio Panico, fermamente convinto di questa iniziativa che stimola e coniuga ricerca critica, interrogazione personale e creazione di strumenti atti a veicolare la consapevolezza dell'Olocausto. Nella sezione “Racconto", Giorgia Nappi della 4bs è stata premiata con menzione d'onore per un lavoro costruito sul paradosso a cui vengono contrapposti un incrollabile ottimismo e l'affermazione della sacralità della vita. Prime classificate Cinzia Scotti e Francesca Vitale della 4ct, con un'opera che mette in luce la profonda e sofferente contraddizione esistenziale di ogni scelta possibile nei lager nazifascisti. Le allieve parteciperanno ad un viaggio premio in Polonia promosso dalla Populorum Progressio, nel quale visiteranno le bellezze artistiche e i luoghi più significativi della Memoria della Shoah. Tantissimi complimenti a tutti gli studenti che hanno partecipato al concorso!
Di seguito pubblichiamo i testi delle alunne che sono risultate prime classificate e il cortometraggio dal titolo "Buon appetito"
FIRENZE: L’ULTIMA PROMESSA di Giorgia Nappi, classe 4 BS
Andrea stava per laurearsi in Sociologia e la tesi lo teneva costantemente impegnato, così dopo un semestre di studio in città decise di tornare a casa. Un giorno, consultando la libreria della madre, catturò la sua attenzione una vecchia e polverosa scatola. Dentro c’era un vecchio diario dalla copertina in pelle e dalle pagine ingiallite e consumate dal tempo. Iniziò quindi a leggerlo…
Buchenwald, settembre 1944
Il cielo sopra Buchenwald è grigio, denso di fumo che esce dai camini delle camere a gas. Ogni mattina, prima che il sole sorga, il rumore dei soldati tedeschi irrompe nel silenzio. I comandi urlati in tedesco rimbombano nell'aria fredda. Dopo aver ricevuto il solito pezzo di pane nero, duro come una pietra, accompagnato da un sorso di acqua torbida o, nei giorni migliori, un “caffè” che è solo una brodaglia di erbacce, ci prepariamo ad affrontare l'inferno quotidiano. Quando la blockowa entrava in un blocco, il silenzio diventava opprimente: sguardi sfuggenti, paura e timidi gesti di pietà. Alcune erano temute, altre cercavano di sembrare umane, ma tutte dovevano sorvegliare ogni movimento, ogni respiro, con la minaccia di punizioni crudeli.
Mi ricordo che una volta, dopo una perquisizione, una blockowa, con voce fredda come il ghiaccio, ci ordinò di sgomberare il blocco in fretta. Sebbene ogni tanto il suo sguardo sembrava vacillare, si faceva forte, per non essere distrutta dalla stessa macchina che consumava tutte noi.
Lily si fermò un istante, aveva il respiro affannoso. Prima di arrivare a Buchenwald, era stata un'insegnante, una donna che trasmetteva fiducia e conoscenza. Ora, nascosta in un angolo del blocco, scriveva in segreto, cercando di mantenere viva una scintilla di speranza in un mondo pieno di sofferenza. Tutti nel lager si guardano con occhi vuoti, senza vita. Eppure c’è lui. David. Mi guarda con occhi che non sono ancora del tutto spenti. Sogniamo di un futuro, di un luogo dove possiamo essere liberi, dove non saremo più numeri o ombre. Non ci conosciamo da molto, ma lui è diventato il mio rifugio. Ogni parola che mi dice è una promessa di qualcosa di migliore; non è molto, ma è l’unica cosa che ci resta. “Firenze” mi disse una volta di sfuggita. Firenze… un sogno che sembra impossibile, eppure è l’unico che abbiamo.
Lily e David si incontravano raramente, ma ogni momento, per quanto breve, era come un'ancora di salvezza che li faceva sentire vivi, oltre le parole e la realtà che li circondava.
Buchenwald, ottobre 1944
La notte era interminabile. Le cuccette erano troppo dure e scomode e il freddo penetrava nelle ossa. Rachel, sdraiata accanto a me, sussurrava: “Oh, casa! Quanto tempo c’è ancora da aspettare?”. Io non capivo bene il tedesco, e lei lo parlava misto al dialetto yiddish, ma ero ugualmente riuscita a capire le sue emozioni. Conoscevo Rachel da circa un mese, mi aveva raccontato di come fosse stata separata dai suoi figli appena arrivata al lager. Ogni notte, tra i sospiri e le preghiere, richiamava alla mente i loro numeri tatuati, come se, in qualche modo, il ricordarli potesse restituirle ciò che aveva perduto. Rachel non si arrendeva, e in qualche modo, anche io mi aggrappavo a quel suo coraggio. Lei era l’unica alla quale avevo raccontato di David, dei nostri incontri, dei sogni che ci univano. Vedevo nello sguardo di lei una comprensione che andava oltre le parole. Le pagine proseguivano e Andrea aveva capito: il diario apparteneva alla nonna Lily. Non aveva, però, mai sentito parlare di David o di Rachel, di quell’amore fugace e di quell’amicizia solidale. Lily non parlava mai di quel periodo…
Buchenwald, novembre 1944
La crudeltà quotidiana era ovunque. Il lavoro nelle fabbriche era estenuante e le mani di Lily, un tempo delicate, erano ormai callose e rovinate. I dormitori erano sovraffollati, con poco spazio per dormire e ancora meno per respirare. Ogni angolo del campo sembrava soffocato dalla morte e la speranza di un futuro lontano da quel posto si faceva sempre più debole, ma David non smetteva mai di parlarle di Firenze, di un luogo dove avrebbero vissuto insieme. Una sera, mi ritrovai in un angolo del blocco a parlare con Rachel, la cui voce tradiva una certa preoccupazione. “Lily”, mi disse, “ogni volta che parli di David, sembri più viva, ma… il bambino? Non è troppo rischioso?”. Abbassai lo sguardo. “Non dirlo a nessuno, Rachel. Non a lui. Se lo scoprono ci uccideranno. E lui… lui non merita di rischiare per me”. Rachel mi guardò con un’aria preoccupata. “Devi parlargli, Lily. Non puoi nasconderlo ancora per molto”. Rachel sapeva bene come i figli venissero brutalmente strappati dalle loro madri. Venivano tenuti in vita, sfruttati come cavie per esperimenti scientifici con fini malati e senza morale. Molti perdevano la vita durante i test, mentre chi riusciva a sopravvivere spesso non reggeva le dure condizioni imposte e moriva poco dopo. Tuttavia, nel profondo, per Lily la speranza di vedere il suo bambino crescere in un mondo migliore era più forte della paura che provava verso la realtà che la circondava.
Buchenwald, dicembre 1944
Oggi la Blockowa entrò nel dormitorio con un’irruenza che non avevo mai visto prima, scaraventando con violenza centinaia di donne dalle cuccette, ma alcune, tra cui Rachel, riuscirono a salvarsi. Corse da David, gli disse del reclutamento improvviso e della mia gravidanza che fino a quel momento gli avevo tenuto nascosto. Egli avrebbe poi compiuto un gesto che non avrei mai dimenticato… La fila di prigionieri era interminabile. Le guardie tedesche urlavano ordini in una lingua che ormai avevamo imparato a temere, i nostri corpi consumati dalla fame e dalla paura erano come ombre in un campo dove la morte era l’unica certezza. Una voce a me familiare penetrò attraverso il caos: “Lily!”, era David che cercava di farsi spazio tra la folla, il suo sguardo cercava il mio ma c’era qualcosa nei suoi occhi, un’ansia che non avevo mai visto prima. David mi afferrò, si avvicinò al comandante e gli disse che avrebbe preso il mio posto. Il comandante, indifferente, lo guardò con quella freddezza che sembrava non appartenere a un essere umano. Ma David non indietreggiò. Non si fece intimidire e ripeté quelle parole. Dopo qualche istante che sembrò eterno, il comandante acconsentì. “Prendi il suo posto,” disse. David mi accennò un piccolo sorriso, quasi come se cercasse di rassicurarmi, ma io sentivo che ogni parola che avremmo detto non sarebbe stata sufficiente a fermare tutto quello che stava per accadere. Mi strinse la mano, un gesto rapido ma carico di tutto il dolore e la speranza che avevamo dentro. “Firenze...” sussurrò. Il sogno che entrambi avevamo coltivato nella nostra mente. Poi si allontanò, scomparendo nella folla… E io? Io rimasi lì, avvolta da un vuoto insopportabile, come se anche la speranza fosse stata strappata via con lui. Non avrei mai più rivisto David. Ma il suo sacrificio, la sua determinazione nel salvarmi, mi avrebbe accompagnata fino all'ultimo respiro. Non sarei mai riuscita a dimenticare quel gesto, anche quando tutto ciò che restava era la morte. Il diario si concluse, non c’erano altre parole. Andrea con il cuore pesante chiuse il libro. Si sentiva sopraffatto dalla storia appena letta, un racconto che lo catapultava in un inferno che non aveva mai nemmeno immaginato. Il pensiero del sacrificio e della costante illusione di una libertà irraggiungibile lo consumava, lasciandolo intrappolato in un’inquietudine senza fine. Soltanto il giorno seguente Andrea ascolterà il racconto direttamente dalla nonna. Ella lottava continuamente con il peso insopportabile di quei ricordi: era tutto ancora lì, immobile, intrappolato dentro di lei. Ricordare significava rivivere il dolore, quindi, per Lily il silenzio era l’unico modo per sopravvivere. Si aggrappava alla vita che aveva costruito lì a Firenze, ai suoi figli e ai suoi nipoti. Andrea provava a comprendere la sofferenza profonda della nonna, ma non riusciva a condividere completamente il suo silenzio. Perché dimenticare, quando il ricordo è l’unico modo per rendere giustizia? Si trattava di rendere viva la memoria, di preservare un racconto che non doveva essere solo un retaggio del passato ma una guida, un faro per il futuro; soltanto così sarebbe stato possibile evitare che l'orrore si ripetesse. Buchenwald non era solo un luogo di morte ma di disumanizzazione totale. Ricordare, dunque, non significava solo dare un volto alle vittime, ma riaffermare, ogni volta, la sacralità della vita, l’urgenza di difendere la libertà e l’importanza di non cedere mai alla paura e all'indifferenza. Il sacrificio di suo nonno, la speranza di sua nonna, erano il simbolo di una lotta che non doveva mai smettere di essere raccontata, una lotta che Andrea sentiva ora come propria. Quella testimonianza sarebbe diventata, dunque, il cuore della sua tesi di laurea: un tributo alla dignità umana, alla speranza che, nonostante tutto, resiste e al gravoso dovere di non dimenticare mai.
IL SEGNO PERMANENTE di Cinzia Scotti e Francesca Vitale classe IV CT
Prologo
Guardavo il foglio davanti a me, con le mani tremanti ed il cuore fuori dal petto. La luce fioca della lampadina sopra la scrivania gettava un’ombra lunga sulle righe nere che decidevano il destino dei prigionieri. Una lista. Sempre una lista. Avevo imparato a leggere quei nomi come una sequenza di lettere e numeri, un esercizio di sopravvivenza mentale. L’unico modo per non soffrire era leggerli dimenticando che fossero persone. Dimenticando che avessero una vita, delle emozioni e dei sogni. Ma quella sera, mentre gli ultimi rumori del campo cessavano, un nome mi lacerò mente e cuore: Sophia Kaminska, 1940. Mia nipote, l’unico legame rimasto con la mia famiglia in un mondo di sangue e tenebre. La vita nel campo aveva prodotto in me pensieri cupi, ombre perenni alimentate da un dubbio corrosivo: sarei mai tornata a una vita normale? Una vita degna di essere vissuta? Ogni giorno sembrava spegnere un frammento della mia anima, finché non lessi il nome di mia nipote sulla lista. Fu come se una scintilla fosse riapparsa nel buio. Un anelito di libertà, una speranza fragile ma viva, un’utopia lontana ma possibile. Sophia mi aveva restituito il desiderio di vivere, la forza di resistere a un mondo disumano. Grazie a lei, trovai il coraggio di lottare contro la cattiveria che mi circondava.
I - L’ufficio delle liste
Ero stata deportata a Birkenau nel 1943. Avevo perso i miei genitori durante la selezione iniziale, mentre io ero stata ritenuta "abile al lavoro". Dopo settimane di lavoro massacrante nei campi, la mia conoscenza del tedesco mi aveva portata all’ufficio amministrativo. Era un inferno diverso da quello del campo, una bolla isolata dall’esterno, meno fisico ma altrettanto devastante. Il mio compito era semplice: aggiornare i registri dei prigionieri. Ogni giorno, nuovi nomi venivano aggiunti alle liste per i trasporti, i lavori forzati o le "selezioni speciali", ma molti altri venivano cancellati, eliminando ogni traccia della loro esistenza nel campo e in questo mondo: il loro nome su quei registri era l’unica cosa che rimaneva di loro. Nessuno osava parlare di cosa significasse davvero “selezione speciale”, ma il fumo che si alzava dai camini del crematorio ogni volta che un soldato veniva a ritirare quella lista, lo lasciava intendere chiaramente. In ufficio, lavoravo insieme ad altri due prigionieri: Viktor, un uomo anziano che evitava qualsiasi contatto visivo, e Hania, una giovane donna che cercava disperatamente di mantenere un qualcosa di simile ad una parvenza di ottimismo. A supervisionare c’era l’ufficiale delle SS Reiner, che si vantava di gestire l’ufficio con impeccabili ordine e precisione. Il minimo errore nei registri significava perdere la nostra posizione nell’ufficio o guadagnare la nostra morte.
II - Il nome nella lista
Quella sera, mentre copiavo le liste arrivate dal blocco medico, il nome di Sophia apparve davanti a me: era scritto in modo inequivocabile e indelebile, associato al numero del blocco femminile e alla data di nascita. Le selezioni erano previste per il giorno dopo, io pregai affinché non succedesse il peggio... Il cuore mi si fermò. Sophia era stata deportata mesi prima, credetti addirittura che fosse morta. Scoprire che era viva, e poi trovarla condannata, fu un colpo che non sapevo come gestire. Il tempo sembrò fermarsi, ero paralizzata dall’idea che delle semplici lettere scritte su una lista avrebbero cambiato il destino di Sophia, l’unica persona che mi teneva ancorata alla vita. Per lei avrei sacrificato tutto, anche me stessa. Ma ero paralizzata, non riuscivo a pensare a nulla se non al suo nome. Con mani tremanti, cercai di nascondere il foglio sotto altri documenti. Dopo quegli istanti di terrore, un pensiero si fece strada nella mia mente: avrei potuto cambiare quel nome e salvarla… Ma sì! Cancellarlo, sostituirlo con un altro! Era l’unica possibilità. Quel nome significava una vita, e ora dipendeva da me. Il rischio era immenso. Se qualcuno avesse scoperto la modifica, sarei morta. E peggio ancora, avrei condannato una persona. Un’altra… Mi si gelava il sangue al pensiero che avrei potuto fallire!
III - Il confronto
Quella notte, nel dormitorio, trovai Viktor seduto su una branda, con lo sguardo fisso al pavimento. Aveva intuito le mie intenzioni, gli bastò poco perché anche lui, mesi prima, fece lo stesso: cancellò e sostituì il nome di sua moglie dalle liste di selezione. Fu scoperto e punito in maniera orribile. Quel giorno Viktor, miracolato, riuscì a sopravvivere perché i tedeschi ritenevano che non ci fosse nessuno con le sue conoscenze linguistiche e la sua precisione all’interno del campo capace di sostituirlo. «Non puoi farlo,» mi disse, senza distogliere lo sguardo con tono pacato e freddo. «Ho visto come guardavi quella lista», continuò lui. «Ho fatto lo stesso errore. Pensi di poter salvare qualcuno. Pensi che si tratti solo di lettere? Ogni nome cancellato deve essere sostituito da un altro. Qualcuno finisce sempre per morire». Rimasi in silenzio. Non potevo accettare quella logica. Almeno non per Sophia, non per l’unica cosa che resta della mia quotidianità.
IV - La decisione
All’alba mi ritrovai di nuovo davanti alla lista. Le ore passavano lente, scandivano i gesti tesi e timorosi. Continuavo a chiedermi se quello che avrei voluto fare sarebbe stato davvero giusto, pensavo alle conseguenze per me e Sophia. Potevo sperare in un risvolto “positivo”, che avrebbe comunque portato alla morte di un’innocente, ma non riuscivo a non immaginare lo scenario negativo, assai probabile, che avrebbe significato la morte di mia nipote e la mia. Quando Reiner uscì dall’ufficio per un controllo, la mia mente fu per un istante libera da ogni turbamento e agì d’istinto. Rapidamente feci quel che andava fatto. Di colpo giunse la nausea. Non sapevo nulla della persona che avevo condannato, era solo un nome ascoltato in dormitorio. Era giovane? Aveva una famiglia? Non c’era tempo per pensarci. Rimisi il foglio al suo posto e ripresi a lavorare, indossando una maschera di calma, con i sensi di colpa mi soffocavano col passare delle ore.
V - Le conseguenze
La selezione avvenne il giorno successivo. Riuscii a vedere Sophia, viva e ignara del destino che l’aveva sfiorata. Ma quella stessa sera Hania non tornò al dormitorio. Di lì a poco scoprì che la mia decisione non aveva segnato il destino di una sola persona. Il nome con cui avevo sostituito quello di Sophia era quello della sorella di Hania. Non ne ebbi conoscenza fino a quel giorno. Hania, disperata, compì la più tragica delle scelte, condividendo il destino dell’amata sorella. Per la mia presunzione e per il mio egoismo avevo condannato la vita di due persone. Non fui io ad ucciderle, eppure sentivo le mie mani macchiate di sangue… Che una penna e una lista potessero diventare delle armi così letali?
Alcuni soldati furono incaricati di indagare sulle cause della morte dell’utile risorsa umana dell’ufficio liste.
Come segugi assetati di una preda fecero parlare i prigionieri, controllarono le liste per le selezioni speciali e scoprirono un’incongruenza tra la lista di nomi fornita e la lista ufficiale. Scoprirono lo scambio e risalirono al suo artefice. Ero con le spalle al muro, rivolta in avanti con la sola possibilità di guardare la morte dritta negli occhi lacerarmi il cranio. Eppure quel giorno, i miei becchini furono così cortesi da risparmiarmi: «Ti lasceremo vivere ancora per un po’, all’ufficio abbiamo carenza di personale. Le liste sono necessarie, abbiamo bisogno di qualcuno come te che se ne occupi. Esigiamo la perfezione, se ci tieni a vivere» sibilarono glaciali due soldati guidati da Reiner. Ero paralizzata, mi sentivo trafitta dalle mie stesse azioni e dallo sguardo penetrante dell’ufficiale. Da quel momento in poi la mia vita sarebbe diventata un inferno, ancora di più… ma il vero dolore proveniva da una domanda che non smetteva di risuonarmi nella mente: che ne sarebbe stato di Sophia?
Viktor, seduto accanto a me, scosse la testa con rassegnazione: «Pensavi di poter controllare chi vive e chi muore. Ora porterai il peso di questa scelta». Ogni gesto che facevo per salvare una persona ne condannava un’altra. Eppure non potevo smettere di cercare di combattere, anche se a breve Sophia sarebbe tornata sulla lista dei selezionati speciali.
Epilogo
Anni dopo, sopravvissuta alla guerra, iniziai a raccontare la mia storia, la nostra storia. Non per giustificarmi, ma per ricordare che, in un mondo costruito sull’orrore, ogni scelta era una condanna, ma ogni soffio di vita salvata era un egoistico atto di resistenza. Dopo tanto tempo, il significato di quelle liste mi apparve infine diverso. Testimoniavano la vita e la condanna di uomini. Erano le uniche prove tangibili della loro esistenza, l'unico modo per ricordarli. Essere sopravvissuta a quello scempio non fu un privilegio, ma un fardello: il dovere di dire l’indicibile, perché il silenzio sarebbe stata l'ultima vittoria dei carnefici.
CORTOMETRAGGIO a cura degli alunni Christian Manzi e Vincenzo Palumbo
Come rappresentare l’indicibile, per giunta in un’epoca in cui anche le giornate commemorative sembrano aver perso quel senso di necessità e urgenza per cui sono nate?
Ci auguriamo che questo corto possa essere un piccolo contributo originale per riflettere su quanto successo/accaduto (può ancora succedere/accadere?) nel cuore della nostra Europa.
INCONTRO CON Dario Vassallo autore del racconto "Maratea e la foca monaca"
del 20/02/25
Stamattina gli alunni delle classi 1As, 1 Bs, 1 Es, 1Ct, 1 Bl, 1 Cl, hanno incontrato Dario Vassallo, autore della favola “Maratea e la foca monaca” e fratello di Angelo Vassallo, ex sindaco di Pollica, conosciuto come il “sindaco pescatore”.
L’amore per il mare, trama sottile dell’impegno per la conservazione dell’armonia tra l’uomo e la natura in una società giusta e nobile, alimenta i molteplici significati che la favola porta con sé e il messaggio di bene che affida ai giovani.
Abbiamo potuto riflettere, oltre che sulla tematica ambientale e civile, sull’importanza del rapporto intergenerazionale, sulla necessità di preservare le relazioni che sono la parte imprescindibile della nostra umanità, sulla natura del conflitto tra bene e male, che è parte integrante dell’essere umano, ma che può essere dominato attraverso la conoscenza alimentata dalla meraviglia, sulla scrittura catartica, che di tale meraviglia si è fatta portavoce.
E’ stata una mattinata intensa e ricca di spunti sorti dalla luce della bellezza di un messaggio che travalica il tempo, che i nostri alunni hanno colto con interesse e passione
Un ringraziamento particolare va a Dario Vassallo, al prof. Giovanni De Sanctis, a Pasquale Testa e alla Dirigente Anna Iossa, che hanno contribuito alla realizzazione dell’incontro e ai docenti Iemmolo Salvatore, Teresa Napolitano, Annalisa Falsetto, Nunzia Iervolino, Antonietta Iovino che insieme a me hanno guidato in maniera illuminata e appassionata gli alunni nel percorso di lettura del libro.
Bullismo e cyberbullismo... quando è ora di dire "basta"
Gli alunni della classe 1^ E ind. scientifico tradizionale coordinati dalla prof. Elena Pina Scala nell'ambito delle attività di Educazione Civica hanno realizzato un video per dire basta alla violenza tra coetanei.
Per visualizzare il video:
https://youtu.be/CAD3BY0hEW4

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NEWS
VI RACCONTIAMO IL NOSTRO STAGE A MALAGA A.S. 2023/2024 ...
MARTIN LUTHER KING. UNA STORIA AMERICANA
Il 5 aprile 2024 alcune classi terze, quarte e quinte dell’Istituto selezionate dal Dipartimento di Filosofia hanno partecipato presso il Teatro Nadur alla lezione-concerto tenuta dal Prof. Paolo Naso, autore del libro “Martin Luther King. Una storia americana” che gli alunni partecipanti hanno letto e analizzato in classe.
Il progetto è stato organizzato e curato dalla referente Prof.ssa Ardolino Rosanna per il Dipartimento di Filosofia. Un ringraziamento al Prof. Carlangelo Mauro che ha introdotto l’evento accuratamente e puntualmente, soffermandosi sui punti salienti del percorso trattato. Il programma si è sviluppato partendo dal presupposto che nella storia alcuni personaggi si sono distinti per aver difeso i diritti umani, per aver lottato ed essersi espressi in prima persona contro le ingiustizie. Conoscerli meglio significa comprendere le ragioni delle loro battaglie e impegnarsi a seguire le loro idee. Il percorso storico, ampliato dalla selezione di alcune parti accuratamente scelte dal libro sopracitato, ha permesso agli alunni di confrontarsi agevolmente con l’autore, il quale ha ricostruito in modo fluido e puntuale l’azione di King, il pastore battista che, denunciando la connessione tra razzismo, ingiustizia sociale e militarismo, firmò la sua condanna a morte. L’incontro è stato incorniciato dai canti e dalle musiche gospel che hanno costituito un filo del racconto interagendo con la retorica del Civil Rights Movement.
Le finalità educative e didattiche hanno mirato all’interpretazione dei sistemi simbolici e culturali della società odierna e del passato; allo sviluppo delle forme di autovalutazione; all’acquisizione delle strategie di pianificazione ed organizzazione; al potenziamento delle capacità di analisi e di sintesi; all’arricchimento del patrimonio lessicale e culturale e al miglioramento delle capacità attentive e di memoria uditiva.
Gli obiettivi formativi prioritari del PTOF collegati: sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica; valorizzazione dell'educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell'assunzione di responsabilità nonché della solidarietà e della consapevolezza dei diritti e dei doveri; potenziamento delle conoscenze e della lotta ad ogni forma di discriminazione e del bullismo, anche informatico; potenziamento dell'inclusione scolastica e del diritto allo studio.
Rimandiamo ad un estratto dell'intervento del prof. Carlangelo Mauro alla lezione-concerto: https://disvelare.net/martin-luther-king-una-storia-americana-di-paolo-naso-carlangelo-mauro/

IL LICEO MEDI ALLA XII EDIZIONE DEL PREMIO VICO
Alcuni alunni selezionati dalle classi quarte e quinte del nostro istituto hanno partecipato anche quest’anno (a.s. 2023/2024) alla XII edizione del Premio Vico, un progetto extracurriculare organizzato e curato dalla referente Prof.ssa Ardolino Rosanna per il Dipartimento di filosofia. Il Premio Vico è un premio aperto a livello nazionale agli studenti liceali e universitari con seminari e lezioni, che prevede anche prove di commento e di scrittura che sono state oggetto di premi. Per gli studenti liceali l’intento è stato quello di coniugare il tradizionale impegno vichiano con un intervento didattico e metodologico volto alla stesura del “Curriculo di Educazione Civica” e dell’integrazione del Profilo educativo, culturale e professionale dello studente a conclusione del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione (D. Lgs. 226/2005), riferito all’insegnamento trasversale dell’educazione civica. Finalità educative e didattiche sono state tese alla valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento all'italiano nonché alla lingua inglese e ad altre lingue dell'Unione europea, anche mediante l'utilizzo della metodologia Content language integrated learning, allo sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell'educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno dell'assunzione di responsabilità nonché della solidarietà e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei diritti e dei doveri, alla valorizzazione della scuola intesa come comunità attiva, aperta al territorio, alla individuazione di percorsi e di sistemi funzionali alla premialità e alla valorizzazione del merito degli alunni e degli studenti, all’ incentivazione e all’approfondimento dello studio della filosofia e della crescita delle conoscenze e delle competenze ed infine alla sollecitazione dell'interesse e della motivazione per il miglioramento della padronanza del linguaggio specifico.

Eccellenze italiane, il “Medi” sul Mattino di Napoli: trionfa alle Olimpiadi di Cittadinanza
Grande successo del nostro liceo, che ha vinto le Olimpiadi nazionali di Cittadinanza e Costituzione e si è guadagnato un lungo e lusinghiero articolo sul Mattino di Napoli, articolo poi ripreso dalle principali testate locali. Il concorso, organizzato annualmente dall’ente no-profit “Assogiovani” e ospitato nella cerimonia di premiazione dalla Vicepresidenza del Senato, si propone di stimolare gli allievi, attraverso una sana competizione nazionale, ad una consapevolezza dei loro diritti e doveri per essere cittadini responsabili, attraverso la condivisione di contenuti digitali e lezioni su costituzione, temi ambientali e consapevolezza digitale.
Grazie alla vittoria la nostra scuola è stata inserita nell'albo delle "Eccellenze Italiane". Complimenti ai ragazzi, ai docenti e a tutta la scuola!

INCONTRO CON LUCIANA ESPOSITO
Nall'ambito del "Progetto Lettura e Incontro con l'autore" gli alunni delle classi 3AS e 4AS hanno incotrato il 9 aprile 2024 nell'Aula Magna dell'Istituto la scrittrice e giornalista Luciana Esposito, autrice del libro "Nell'Inferno della Camorra di Ponticelli". Gli alunni, che sono stati seguiti nella lettura e analisi del testo dalle docenti Elena Pina Scala e Teresa Napolitano, hanno avuto modo di dialogare con la scrittrice focalizzando l'attenzione sulle molteplici contraddizioni e criticità che segnano il quartiere Ponticelli, martoriato dalle logiche criminali della Camorra. Grande esempio di forza d'animo, coraggio e senso civico ha saputo traspettere ai ragazzi Luciana, impegnata in una dura lotta di denuncia che la espone in prima persona alle ritorsioni dei clan. E' stato un incontro sentito e sincero che ha sicuramente segnato l'esperienza formativa e didattica dei nostri alunni, alimentando anche l'interesse per l'attività giornalistica, il che ha reso l'attività anche un fattivo contributo all' orientamento. Si ringraziano le docenti che hanno guidato la lettura del testo e la Dirigente, Prof. Anna Iossa, sempre sensibile alla promozione di attività formative per i nostri alunni.


Il Medi premiato al Concorso sulla Shoah
La nostra Adele Miele, 5bs, è stata premiata alla Cerimonia del Concorso regionale “26 marzo – Per uno sviluppo umano integrale II edizione”, volto alla valorizzazione della memoria della Shoah. L'alunna ha conseguito il secondo posto nella sezione "racconti" con il suo "rifugio filosofico", ricevendo premio e menzione d'onore. L'opera è la memoria di uomo ignoto che negli ultimi istanti di vita si rifugia nella filosofia per dialogare con la sua amata già presa dai nazisti, e vuole essere un monito di resistenza civile alle forme di disumanizzazione passate e presenti. Il racconto - si legge nella motivazione del premio - "non è una semplice lettera d'amore, ma qualcosa di molto più profondo. Pregevole la scrittura della missiva, a tratti arricchita da ragionamenti personali e da appropriate citazioni filosofiche".
La premiazione è stata preceduta da un intenso incontro con la dottoressa Jadwiga Pinderska-Lech, direttrice della casa editrice del Museo di Auschwitz, venuta dalla Polonia per incontrare oltre 300 studenti da tutta la Campania e rispondere alle loro domande sull'abisso dell'olocausto. Il concorso è stato promosso come di consueto dall’associazione Populorum Progressio, con il patrocinio del liceo Colombo di Marigliano, che ha ospitato la cerimonia.
Complimenti ad Adele e a tutti i nostri ragazzi (Virginia Ruggi 4bs, Chiara Soviero ed Alessia Esposito 4aa, Christian Ciano 2bl) che hanno partecipato al concorso mettendosi alla prova su un tema così complesso!

LE ATTIVITA' DEL NOSTRO LICEO LINGUISTICO
STAGE A SIVIGLIA DEL LICEO LIINGUISTICO: guarda il video qui
OPEN DAY DEL LICEO LINGUISTICO: guarda il video qui
SKETCH IN SPAGNOLO: guarda il video qui
Il Medi partecipa alla gara nazionale dei "Campionati di filosofia"
Giovedì 25 gennaio 2024 per il Liceo Enrico Medi è' stato un giorno davvero notevole. Si è tenuta la gara d’istituto per la competizione nazionale “Campionati di filosofia”, giunta alla sua XXXII edizione. Questo progetto, proposto dal Dipartimento storico-filosofico-giuridico in sede di insediamento per l’anno scolastico 2023/2024,e’ stato fortemente voluto dai docenti e dall'istituzione stessa tanto da inserirlo tra le attività della scuola stabilite nel Ptof, quest’anno aggiornato. La prova ha visto la partecipazione di 19 studenti delle classi quarte e quinte dei diversi indirizzi di studio che il Liceo ottempera.
E’ durata per ben 4 ore e ad ha visto gli studenti confrontarsi con l’elaborazione di un saggio filosofico a partire da quattro diversi estratti bibliografici relativi a quattro ambiti di riflessione differenti: gnoseologico-teoretico; etico; politico ed estetico. Gli studenti hanno dato prova di grande maturità intellettuale esprimendo una capacità di analisi davvero sorprendente. Non solo la serietà con cui hanno affrontato lo studio e la prova stessa ma il grande valore espresso dagli elaborati testimonia competenza e voglia di apertura e confronto. In corrispondenza con tale elemento, il dipartimento ha deciso di premiare, indipendentemente dal risultato, tutti gli studenti partecipanti con la consegna di un attestato di partecipazione durante una piccola cerimonia tenuta il giorno 02/02/2024 in Aula Magna alla presenza della Dirigente scolastica Prof.ssa Anna Iossa, la Vicepreside Prof.ssa Luigia Miele e il dipartimento stesso.
In attesa della gara regionale, che si terrà per gli studenti risultati vincitori il giorno 16/02, facciamo il nostro in bocca al lupo più sentito.

Il Medi in visita ad Auschwitz nei luoghi della Memoria
Nei giorni della Memoria il Medi torna a visitare i luoghi della Shoah e le bellezze artistico-culturali della Polonia, rappresentato dall'allievo Giuseppe Parisi della classe 5BS. Il viaggio rappresentata il primo premio del concorso regionale “26 marzo – Per uno sviluppo umano integrale” I edizione 2023, volto alla valorizzazione della memoria dell'Olocausto.
Il concorso, promosso dall’associazione "Populorum Progressio", ha visto partecipare scuole da tutta la regione, con una giuria internazionale d’eccezione formata da artisti e scrittori, presieduta da Jadwiga Pinderska-Lech, direttrice della casa editrice del Museo Statale di Auschwitz.
Parisi, assieme a suoi due compagni, Giuseppe Guerriero, e Giulia Orsini ha vinto il primo premio nella sezione “Arte e Immagine”, con un intenso cortometraggio che unisce natura e storia, con una ricognizione degli orrori dell’Olocausto e una possibile risposta.
Un traguardo importante per il nostro Liceo che continua a guardare con attenzione al territorio, alla formazione dei suoi allievi ed alla valorizzazione delle eccellenze.
Si rinnovano i complimenti a tutti i ragazzi, alla Dirigente prof.ssa Anna Iossa, al referente prof. Antonio Panico e all'Associazione Popolorum Progressio per questa splendida iniziativa.

"Cicciano, premiato il Liceo Medi: viaggio ad Auschwitz nei luoghi della Memoria" - per leggere l'articolo apparso sul "Giornale locale" vai al link: https://www.ilgiornalelocale.it/2024/02/cicciano-premiato-il-liceo-medi-viaggio-ad-auschwitz-nei-luoghi-della-memoria/
INCONTRO CON LA SCRITTRICE ROSELLA POSTORINO
Le studentesse e gli studenti delle classi III Ct, III Bs, IV Bs, IV Bl e IV Ds del Liceo Enrico Medi di Cicciano, guidati dalle professoresse
Soviero Carmela, Tavoletta Ermelinda, Iovino Antonietta e Carmela Della Sala, nell’ambito della rassegna letteraria “ Scrittori in
prima linea”, promossa dall’Associazione “ I colori della poesia”, hanno incontrato la scrittrice Rosella Postorino per confrontarsi sul libro letto "Mi limitavo ad amare te". Gli studenti hanno fatto un percorso di lettura a classi aperte, usando whatsapp come strumento di condivisione e lavorando per singole classi, in modo dinamico sull'analisi e la riflessione a partite dalle pagine del romanzo stesso. Un ringraziamento alla Ds Anna Iossa per la solerzia con la quale si impegna ad offrire sempre agli alunni percorsi formativi interessanti.